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Prigioni - Le Pene Collettive di Igor Sibaldi


Prigioni ce ne sono tante più di quelle che pensiamo, in tutti gli aspetti della nostra vita. Soprattutto attraverso il linguaggio siamo obbligati a pensare alcune cose e a non pensarne altre, creando dei limiti nella nostra esistenza a cui ci adattiamo fin dall'infanzia.

Il libro Prigioni ti da la sensazione di poter avere la possibilità di vivere senza tutte quelle prigioni che gli altri ti hanno messo addosso e che ti fanno vivere come in una ferrovia, ma senza rotaie.

Le Prigioni funzionano da sempre per inerzia tramandati di generazione in generazione, proprio come le superstizioni e i sensi di colpa.

C'è chi li sfrutta e ti obbliga ad ubbidire ti tiene ad un basso livello, ti fa vivere meno qualitativamente parlando e meno intensamente.

Igor Sibaldi è uno scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Tiene regolarmente conferenze e seminari in tutta Italia.

Già dai primi capitoli si percepisce subito il senso dell'opera. L'Autore spiega che è passato molto tempo da quando eravamo liberi, da quando avevamo un orizzonte completamente sgombro, da quando potevamo guardare, ascoltare, assaggiare, annusare con tutto e potevamo toccare con tutto.

La prima cosa che ci insegnarono era la loro idea di «io» ed è quella la nostra prima prigione. L'«io» è quella parte di noi a cui loro si rivolgono e che è solo una piccola parte di ciò che siamo.

All’inizio vedono in te un bambino incapace di capire e di comunicare. Il loro insegnarci diventava sempre più insistente, ci rinchiudeva in quel piccolo «io». La Mente è ciò che ha cominciato a formarsi in noi da quando ci siamo rassegnati a diventare ciò che volevano loro.

L’immaginazione è invece l’unico contatto che ancora possiamo avere con ciò che nella nostra psiche non è Mente. Perciò quando non immaginiamo sentiamo la mancanza di qualcosa, ci sentiamo incompleti, ma basta che immaginiamo un po’ e subito quel senso di mancanza diminuisce.

La Mente non pensa bene di noi, crede che noi, in realtà, siamo carenti di tante cose, che valiamo poco, che non ci siamo ancora fatti insegnare abbastanza dagli altri, e che immaginiamo soltanto per dimenticarcene.

Invece in quell’immaginare adoperiamo le nostre principali facoltà psichiche in maniere e dimensioni diverse da quelle che la Mente capisce. Quelle facoltà sono la sensazione, il sentimento, il pensiero, l’intuizione, la volontà, e certe altre, che la Mente non conosce.

La volontà fa emergere da te una personalità nuova, che la Mente non oserebbe mai chiamare «io».

In questo libro viene spiegato come nascono le Prigioni ma soprattutto come ti puoi liberare di esse. L'autore si augura che la sua lettura provochi lo stesso sdegno e impazienza che ha provocato in lui.

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